Francesca Carannante: dal cuore della Campania alle bollicine dell’Oltrepò Pavese
Quando si pensa allo spumante metodo classico italiano, spesso ci vengono in mente le colline della Franciacorta o del Trentino. Ma oggi voglio raccontarvi una storia diversa: quella di Francesca Carannante, una produttrice originaria della Campania che ha scelto l’Oltrepò Pavese come terra d’adozione per dare vita al suo sogno di bollicine eleganti, identitarie e sincere. Ho avuto il piacere di intervistarla per conoscere il suo percorso, la sua visione del vino e l’anima dietro ogni bottiglia firmata Francesca Carannante Metodo Classico.
Innanzitutto è un piacere enorme oggi averti con noi Francesca, grazie della tua enorme disponibilità.
Francesca: Un saluto a tutti i tuoi lettori e grazie a te Giovanni per l’interesse dimostrato nel voler raccontare la mia storia.
Origini e scelte improbabili:
Mister Wine: Francesca, diciamolo: da Bacoli all’Oltrepò Pavese… è più un colpo di fulmine o un GPS impazzito?
Francesca: Beh, forse direi entrambi! Scherzi a parte… il tutto è nato quando nel 2015, all’età di 21 anni, mi sono trasferita a Milano per laurearmi in Arte in Accademia di Belle Arti di Brera. La prima tappa è stata proprio Milano ed è chiaro che i maggiori territori che ho esplorato e conosciuto per vicinanza e importanza nel panorama vitivinicolo sono stati Franciacorta, Valpolicella, Trentino, langhe e Piemonte e mai per ultimo, Oltrepo Pavese.
Le tue radici e la tua formazione:
Mister Wine: Dove sei cresciuta e quando è nato il tuo interesse per il vino?
Francesca: Sono cresciuta nella splendida cornice dei campi Flegrei in Campania, precisamente a Bacoli. A 21 anni mi sono trasferita a Milano per laurearmi in arte e subito dopo la laurea, nel 2017 mi sono trasferita in Australia per un anno dove ho avuto modo di lavorare anche a stretto contatto con la natura nelle famose Farm australiane. Ho dedicato a me stessa il tempo necessario, per scoprire chi sono e soprattutto chi diventare. Tornata a Milano, ho iniziato a lavorare per un’importante Galleria d’arte milanese e nel mentre mi sono iscritta ad un corso di primo livello sommelier per cultura personale. Era il 2019. È da lì che è iniziato il mio viaggio nel mondo del vino.
Mister Wine: Qual è stato il tuo percorso di studi e professionale nel mondo dell’enologia? I primi passi insomma…
Francesca: Ho iniziato con ASPI nel 2019 e ho proseguito con i corsi WSET Wine&Spirits.
Mister Wine: Quanto ha influito la Campania nella tua visione di produttrice?
Francesca: Io mi definisco produttrice di un progetto, forse di un’idea, di un pensiero. Credo che il fatto di esser cresciuta a stretto contatto con il mare ed avendo ricercato il contatto con la natura per tutta la mia vita, nonostante i tanti anni vissuti a Milano, credo che le mie origini più profonde abbiano molto influito anche nel gusto che poi abbiamo dato alla mia linea di spumanti metodo classico.
Mister Wine: Hai dei ricordi d’infanzia legati al mondo del vino o della campagna?
Francesca: Quando si parla in famiglia, i miei genitori ricordano sempre che sin da piccola andavo sempre alla ricerca del vino. A tavola mi sedevo sempre di fianco ai nonni perché me ne davano sempre un po’… Ma ero piccolissima! Addirittura raccontano di qualche episodio intorno ai 5-6 anni dove in qualche festività scomparivo, ma sapevano già dove trovarmi… Mi nascondevo dietro al divano circondata da calici!
Il tuo arrivo in Oltrepò Pavese:
Mister Wine: Cosa ti ha portato a scegliere l’Oltrepò Pavese come nuova casa produttiva?
Francesca: Il mio amore per il vino nasce proprio dal Pinot Nero. Un vitigno di corpo e di struttura, ma mai invadente. Quando durante i miei giri alla scoperta dei territori e dei produttori sono capitata nell’Oltrepò Pavese, ho riconosciuto sin da subito che era un’area ricca di potenziale, ma poco valorizzata ho deciso di investire in un territorio dove a mio avviso, il Pinot Noir cresce e viene vinificato egregiamente. Era un qualcosa che doveva essere comunicato.
Mister Wine: Quali sono state le principali difficoltà e le soddisfazioni nell’inserirti in questo territorio?
Francesca: Quando ho iniziato a parlare di Oltrepò, ero ancora più piccola di adesso. Una donna giovane che parla di un territorio sottovalutato e forse schiacciato da consorzi adiacenti di rilievo nel panorama italiano. Di sicuro le difficoltà non sono mancate e ho ricevuto tante porte chiuse in faccia, ma non mi sono mai arresa e ho continuato a credere in quello che stavo creando.
Mister Wine: Com’è stato inserirsi in un territorio così diverso?
Francesca: Non è stato semplice, ma sapevo che non sarebbe stato impossibile. Con il passare del tempo ho avuto fiducia e si è aperto un panorama di curiosità in quello che stavo proponendo.
Mister Wine: Come sei stata accolta nell’Oltrepò Pavese, da produttrice “forestiera”?
Francesca: Non posso che spendere delle belle parole. Ho avuto l’appoggio sia dalla cantina di riferimento che dalle altre cantine con le quali mi sono in interfacciata nel territorio.
Mister Wine: Cosa ti ha colpito di questo territorio quando lo hai visitato per la prima volta? Com’è stato l’impatto umano e professionale con una zona così diversa dalla Campania?
Francesca: La prima cosa che ho pensato è che non aveva nulla da invidiare ad altri territori famosi nel panorama vitivinicolo italiano. Ricordo che sono stata affascinata e devo dire che mi affascina sempre. Ma forse, sono affascinata proprio dalla natura, in tutte le sue forme. È proprio il verde che mi fa sentire bene che sia l’Oltrepò o altre collocazioni.
Mister Wine: C’è stato un momento in cui hai pensato “questa è la mia strada”?
Francesca: Sì, sicuramente. Fino a quando portiamo avanti un pensiero o un’idea che resta solo nella nostra mente, è chiaro che andiamo avanti con la nostra visione. Ma nel momento in cui qualcuno di rilievo nel settore giornalistico inizia ad incuriosirsi e a voler raccontare la tua visione con entusiasmo, allora li capisci che stai andando nella giusta direzione.
Il tuo Metodo Classico:
Mister Wine: Perché hai scelto di dedicarti al Metodo Classico? Cosa ti affascina di questo metodo di produzione?
Francesca: Il tempo. Il perlage che diventa più sottile, meno invadente, più elegante e meno aggressivo. È il Metodo Classico.
Mister Wine: Che tipo di uve utilizzi e con quali caratteristiche?
Francesca: Pinot Noir, la cuveè attuale è costituita da 60% annata 2019 e 40% annata 2020. Solo acciaio, niente legno.
Mister Wine: Perché hai scelto di lavorare con il Pinot Nero in purezza?
Francesca: Facile rispondere, perché amo questo vitigno.
MisterWine: Quali sono le peculiarità del tuo spumante? Quali sono le caratteristiche che cerchi nelle tue bollicine?
Francesca: Pulizia, mineralità, corposità e carattere mai invadente, ma ricco di personalità. Il risultato è un vino quasi salato, definito, pulito e che si lascia bere non aggredendo i piatti, ma accompagnandoli al piacere di stare a tavola.
Mister Wine: Come cambia il tuo spumante con l’affinamento? E quanto tempo lasci i lieviti in bottiglia?
Francesca: Si tratta di un afferramento che va dai 33 ai 36 mesi in bottiglia. Noto che il vero cambiamento ci può essere con la sboccatura. Personalmente preferisco lavorare con sboccature recenti per non intaccare il sapore del vino che per me deve restare sempre fresco e pulito.
Mister Wine: Che stile cerchi di esprimere con il tuo metodo classico? Come lo definiresti?
Francesca: Forse lo definirei uno stile moderno, attuale. I miei vini non sono particolarmente ricchi di zuccheri, questa è una qualità che ho ricercato sin dal primo momento. A tavola devono lasciarsi bere e devono accompagnare i piatti insieme anche al piacere di stare con gli altri.
Mister Wine: Parlaci del tuo spumante: cosa rende unico il tuo metodo classico?
Francesca: Sicuramente il mio percorso, completamente diverso dalla traiettoria classica dei produttori. Un progetto sincero, l’essenza che conta prima dell’apparenza e questo si percepisce anche dal vino. Basta guardare l’immagine esterna dell’etichetta alla quale ci ho lavorato personalmente. Grafica ridotta, nessuna concessione alle tendenze di mercato, ma solo tutto ciò che serve. Deve parlare il vino dentro.
Mister Wine: Usi il dosaggio zero: è una scelta tecnica, stilistica o entrambe?
Francesca: In verità è stato amore a prima vista tanti anni fa. Oggi sicuramente è tendenza, ma è nato proprio dal mio gusto e dal modo in cui a me piace bere.
Mister Wine: C’è un “marchio di fabbrica” nel tuo modo di fare vino?
Francesca: Beh, direi sicuramente il mio nome e cognome sull’etichetta! Insomma, ci metto la faccia.
Mister Wine: Hai mai pensato di vinificare vitigni campani anche qui al Nord?
Francesca: Sinceramente, è un pensiero che non mi è mai venuto al momento. Ad ogni modo, credo che ogni territorio abbia le sue caratteristiche per quel determinato vitigno. Ce ne sono pochi, forse quelli internazionali, che tendono ad adattarsi di più. Credo molto nel rispetto della natura e di quello che essa stessa ti suggerisce di fare.
Mister Wine: Ti piacerebbe sperimentare con legni, anfore o rifermentazioni alternative?
Francesca: Direi di no. O meglio, non per il Pinot Nero. Sperimenterei e sto sperimentando, in realtà, affinamenti più lunghi, ma non oltre quello.
Mister Wine: Cosa non faresti mai nel tuo vino, per coerenza con i tuoi valori?
Francesca: Darlo in grande distribuzione ai supermercati, ad esempio.
Donna del vino:
Mister Wine: Come vivi il tuo ruolo di donna produttrice in un settore ancora prevalentemente maschile?
Francesca: Diciamo che negli ultimi anni, sta cambiando esponenzialmente la percentuale di donne presenti nel settore. Ma non mi riferisco solo alle produttrici, ma anche alle Sommelier, giornaliste, appassionate… Sicuramente in alcune circostanze mi sono sentita a disagio forse quando erano un po’ più piccola, ma onestamente oggi mi sento molto più a mio agio.
Mister Wine: Hai mai trovato ispirazione in altre donne del vino?
Francesca: Assolutamente sì e di sicuro alcune le guardo con molta ammirazione. Sin da quando ho mosso i primi passi ho ricercato consigli, condiviso pensieri. Ho sempre creduto nella forza delle donne.
Mister Wine: Cosa diresti oggi a una giovane enologa che vuole intraprendere un progetto proprio?
Francesca: Di cercare la propria visione, raccogliere il proprio pensiero. Tutto parte dall’avere le idee chiare su quel che si vuole comunicare.
Mister Wine: Ti senti parte del movimento delle “donne del vino”? O preferisci non definirti?
Francesca: Ho la fortuna di avere molte amiche presenti nel movimento, a me piace molto! Per una questione residenziale e di continuo spostamento, non ne posso far parte in maniera concreta. Quando si sceglie di aderire ad un movimento o a un progetto, bisogna poi essere partecipi.
Futuro e sogni:
Mister Wine: Stai lavorando a nuove cuvée o progetti?
Francesca: Arriveranno delle belle novità sicuramente.
Mister Wine: Hai un sogno enologico che ancora non hai realizzato?
Francesca: Un domani sogno di poter acquistare anche solo un paio di filari di Pinot Nero per poterci mettere mano interamente.
Mister Wine: Ti immagini, un giorno, di vinificare anche nella tua terra d’origine?
Francesca: Non escludo, chissà cosa ci riserverà il futuro!
Mister Wine: Se potessi brindare con qualsiasi persona (viva o del passato), con chi lo faresti… e con quale tua bottiglia?
Francesca: Che bella domanda! Brinderei con il dosaggio zero, etichetta dalla quale tutto è partito, con chi mi è sempre stato vicino.
Mister Wine: Se potessi descrivere il tuo vino con tre parole, quali sarebbero?
Francesca: Elegante, sincero e autentico.
Una chiacchierata ironica:
Mister Wine: I tuoi amici campani, scherzando, quando assaggiano il tuo spumante ti hanno mai detto: “Ma è meglio del prosecco”?
Francesca: “Ahah se è successo avrò risposto che “di sicuro ha meno zuccheri!”
Mister Wine: Quando assaggi il tuo metodo classico, che faccia fai? Sincera: la faccia del produttore o quella del consumatore “wow”?
Francesca: Se sono a tavola e stiamo aprendo una bottiglia, magari lo porto al naso senza assaggiarlo. Espressione sicura.
Mister Wine: Se potessi descrivere le tue bollicine come un personaggio di un film, chi sarebbe? Meglio una Audrey Hepburn elegante o un Totò spumeggiante?
Francesca: Ahah!! Al primo calice Audrey Hepburn e alla seconda bottiglia Totó spumeggiante!
Mister Wine: Qual è l’idea più folle che hai avuto in cantina ma non hai ancora avuto il coraggio di realizzare? Ancora…
Francesca: Questa domanda ce la riserviamo! Non si sa mai che potrebbero seguire delle belle cose.
Mister Wine: Hai mai stappato una bottiglia per festeggiare qualcosa che poi non è successo?
Francesca: Direi di no, meglio festeggiare sempre dopo!
Mister Wine: Se potessi scegliere un’etichetta con una sola parola, sarebbe “Francesca”, “bollicina” o “caos”? Oppure quale?
Francesca: Semplicemente, Francesca.
Mister Wine: Dove ti immagini tra 10 anni? Sempre tra le bottiglie o finalmente in spiaggia con una flute e playlist anni ’80?
Francesca: Tra 10 anni mi immagino sempre tra le bottiglie, con tanti progetti realizzati. Sogno di essere riconosciuta per aver realizzato qualcosa di culturale, artistico, qualcosa che forse vada oltre il vino.
Mister Wine: Se il tuo vino diventasse virale sui social, quale trend vorresti associare?
Francesca: Arte e cultura.
Mister Wine: Il brindisi perfetto: luogo, compagnia, e frase finale. Vai.
Francesca: Al mare, al tramonto, con le persone del cuore. Alzando il calice e dicendo: “ I vini sono muti, ma fanno parlare”.
Mister Wine: Che rapporto hai con chi beve il tuo vino? Ti piace raccontarlo in prima persona?
Francesca: Assolutamente sì, amo raccontarlo e penso sia una cosa che non mi annoierò mai di fare. Anzi, per me è un onore essere ascoltata da chi ha interesse a scoprire il mio progetto.
Mister Wine: Le tue etichette, dallo stile minimal ma d’impatto, ti va di descriverci come nascono?
Francesca: Nascono semplicemente dal mio gusto, ho cercato ho disegnato qualcosa che mi rappresenti e che fossi fiera di presentare essendoci anche il mio nome scritto. Credo nell’eleganza della semplicità. Il logo l’ho disegnato a seguito di un sogno che ho fatto circa quattro anni fa. Una notte, ho sognato una bottiglia di vino con un’etichetta rettangolare in velluto dai colori particolari, accesi, fusi tra di loro. Portava il mio nome e aveva ricevuto successo in quanto etichetta d’arte. Per non dimenticarlo, non appena mi svegliai, buttai giù uno schizzo di quell’etichetta che poi ho deciso di riportare in maniera fedele su tutte le bottiglie. Se osservate bene l’etichetta o il collare della bottiglia, il logo è stato stampato come fosse ancora uno schizzo artigianale. L’esatto schizzo che ho disegnato a seguito di questo sogno. È frutto di una visione di quella notte. Ricordo vividamente quel sogno e non l’ho più dimenticato.
Mister Wine: Infine, cosa ti ha spinto ad accettare l’intervista con Mister Wine?
Francesca: La passione di Mister Wine che impiega nel suo lavoro e nel suo entusiasmo è contagiosa. Ed io mi sono sentita sin dal primo momento lusingata di aver avuto la possibilità di raccontare me ed il mio progetto a Mister Wine.
Ringrazio di vero cuore Francesca Carannante, produttrice appassionata e visionaria del metodo classico dell’Oltrepò Pavese, per avermi concesso l’onore di un’intervista esclusiva sul mio blog. Il suo racconto è un brindisi all’eccellenza, all’identità del territorio e alla forza delle donne nel mondo del vino. Il Vesuvio, il Duomo di Milano e il Metodo Classico: un incontro che sa di bellezza, cultura e bollicine! 🥂✨
Prima di salutarci, Francesca ci lascia con un sorriso e un pensiero sincero:
Francesca: Grazie di cuore, Giovanni, per questa bellissima chiacchierata. È raro trovare uno spazio dove si possa parlare di vino con passione, rispetto e curiosità vera. Mi hai fatto sentire ascoltata e valorizzata, e spero che le mie parole possano ispirare chi legge a scoprire l’Oltrepò Pavese con occhi nuovi… e magari con un calice in mano!”
Con queste parole, si chiude un incontro che ha il sapore delle bollicine: elegante, vivace e pieno di carattere.

Hai trovato interessante il racconto di Francesca Carannante? Ti è venuta voglia di scoprire le bollicine dell’Oltrepò Pavese?
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Grazie per aver letto, e… alla prossima scoperta!
Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais Italia













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