Tenute Olbios: il vino della Gallura che racconta la Sardegna


“Ólbios significa terra felice, prospera, ricca. É il nome che gli antichi Greci diedero alla nostra terra”.

Nel cuore della Gallura, tra colline granitiche e brezze salmastre che arrivano dal mare, si trova un luogo dove il tempo sembra rallentare: le Tenute Olbios. Questa cantina, immersa nella natura selvaggia e luminosa della Sardegna nord-orientale, è una tappa imperdibile per chi desidera scoprire l’anima autentica del Vermentino di Gallura. Qui il Vermentino è di casa, dove si scopre il legame profondo tra il territorio e il vitigno principe della zona. I suoli sabbiosi e il clima ventilato creano le condizioni ideali per vini freschi, minerali e intensamente aromatici. All’interno della cantina, l’atmosfera è elegante ma familiare. Le Tenute Olbios combinano tecniche tradizionali con innovazioni sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili e pratiche agricole rispettose dell’ambiente. Le botti di rovere e le vasche in acciaio raccontano la storia di un vino che nasce con cura e passione. Durante la degustazione, ogni calice è un viaggio. La visita si conclude con un abbinamento gastronomico che valorizza i sapori locali, ogni boccone esalta le sfumature del vino, creando un’armonia perfetta tra terra e tavola. Visitare le Tenute Olbios non è solo un’esperienza enologica, ma un’immersione nella cultura gallurese. È il racconto di una Sardegna autentica, dove il vino è espressione di identità, territorio e passione.

Diario di viaggio – Sardegna, 5 Agosto 2025.

Tenute Olbios, Gallura – Un sorso di vento e memoria

Arrivo alle Tenute Olbios

La strada da Olbia verso le Tenute Olbios è un susseguirsi di curve dolci e paesaggi che sembrano dipinti. Il granito rosa, le querce da sughero, il profumo di mirto nell’aria. Io e mia moglie, abbiamo lasciato la costa alle spalle per cercare qualcosa di più intimo: un’esperienza che ci parlasse della Sardegna profonda, quella che non si trova sulle cartoline.

Appena arrivati, siamo stati accolti da Chiara Meloni, la nostra guida. Sorriso aperto, occhi che brillano di passione per il suo lavoro.

“Benvenuti alle Tenute Olbios,” ci ha detto. “Qui il vino non si beve soltanto: si ascolta.”

Passeggiata tra i vigneti.

Camminare tra le vigne è stato come entrare in un racconto. Le piante di Vermentino erano lucenti. Chiara si è chinata, ha staccato un grappolo dicendo:

“Assaggiate. Sentite come è buono. Qui c’è il vento, il granito, il mare.”

Abbiamo assaggiato. Una nota salina che solo la Gallura sa regalare.

“Il Vermentino è un vino che respira. Non lo puoi forzare. Devi solo accompagnarlo.”

Visita alla cantina.

Entrammo nella bottaia, dove il tempo sembrava sospeso. Il profumo di rovere, di vino che riposa, di silenzio che lavora. Le botti erano disposte con cura, come custodi di segreti antichi. La cantina è un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione. Acciaio, rovere, luce naturale. Chiara ci ha mostrato le vasche di fermentazione, le botti di affinamento.

“Qui il vino impara a parlare piano,” disse Chiara. “Ogni giorno lo ascoltiamo. Non lo forziamo mai.”

“Questo è il cuore pulsante della tenuta,” ha detto. “Ogni vino ha il suo tempo. Il ‘Lupus in Fabula’, per esempio, lo lasciamo parlare piano. È il nostro modo di rispettarlo.”

Ci ha versato un calice. Fresco, minerale, con una punta di mandorla sul finale.

“Chiudi gli occhi. Dimmi cosa senti.”

“Fiori bianchi. Agrumi. Qualcosa di… salato?”

“Esatto. È il mare. Anche se non lo vedi, è lì. Sempre.”

Degustazione in una sala elegante.

Seduti al nostro tavolo, ci hanno servito un tagliere che sembrava uscito da un sogno: pecorino stagionato, pane carasau, marmellata di vino rosso, miele di corbezzolo. Ogni vino assaggiato era il compagno perfetto.

Abbiamo parlato di Sardegna, di vino, di vita.

“Il vino è relazione,” disse Chiara. “Non esiste da solo. Vive quando lo condividi.”

Parlammo a lungo, come vecchi amici, di quella bellezza che non si può fotografare, ma solo vivere.

Partenza.

Quando ci alzammo per andare via, il sole cominciava a calare, tingendo di oro le colline. Il vento continuava a soffiare, leggero, come un canto. Abbiamo lasciato le Tenute Olbios con il cuore pieno e qualche bottiglia sotto braccio. Ma più di tutto, con la sensazione di aver vissuto qualcosa di vero. La Sardegna ci aveva parlato, e noi avevamo ascoltato. Guardai Chiara, i vigneti, la cantina. E pensai che quel luogo non era solo una tenuta. Era un modo di essere. Di vivere con lentezza, con rispetto, con poesia.

“Grazie,” le dissi.

“Non c’è di che,” rispose. “Ma ricordate: il vino che avete bevuto oggi… non è finito nella bottiglia. È finito dentro di voi.”

E così, con il cuore pieno e la mente leggera, ci allontanammo. Ma qualcosa di quella giornata – il vento, il granito, il vino – sarebbe rimasto con noi. Per sempre.

Ci sono luoghi che non si visitano soltanto: si vivono, si respirano, si portano dentro. La Sardegna è piena di questi luoghi, ma la Gallura ha qualcosa di speciale: una luce diversa, un vento che parla, una terra che racconta. Questo racconto nasce da un giorno trascorso alle Tenute Olbios, dove il vino non è solo prodotto, ma memoria liquida di un territorio autentico. È un omaggio alla bellezza, alla lentezza, alla passione.

💌 Dedica

A Daniela Pinna e a tutto il team delle Tenute Olbios, per aver trasformato il vento in vino, la terra in poesia, e ogni visita in un’esperienza che resta nel cuore. Grazie per custodire con amore l’anima della Gallura e per condividerla con chi ha il privilegio di ascoltarla.

Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais Italia

giomisterwine@gmail.com

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